The Suspicious Mind: riflessioni sul pensiero paranoico secondo una prospettiva multidisciplinare
Venerdì 9 marzo 2018, ore 8,30-18
Aula Magna, Dipartimento di Scienze Umane
Viale Nizza 14, L’Aquila
ASL 01 Avezzano-Sulmona-L’Aquila, Dipartimento di Salute Mentale, Università degli Studi dell’Aquila, Dipartimento di Scienze Umane e Dipartimento di Scienze Cliniche, Applicate e Biotecnologiche.
Comitato Scientifico
Informazioni: giacomo.ciocca@univaq.it
Razionale scientifico
Perché un convegno sul pensiero paranoico? Perché un convegno multidisciplinare su un problema eminentemente psichiatrico? A questo duplice quesito è possibile rispondere con una riflessione che integri le conoscenze delle figure professionali qui chiamate a dibattere. La paranoia rappresenta una figura clinica tanto diffusa, quanto sottovalutata da un punto di vista teorico e descrittivo. Di fatto, riflettere sul pensiero paranoico e non sulla paranoia strictu sensu, significa affrontare la fenomenologia di questo stile di pensiero che va ben oltre il processo diagnostico.
Daniel Freeman, famoso psicopatologo contemporaneo, ha puntualizzato che circa il 10-15% della popolazione generale sia attraversata da modalità di pensiero paranoico, considerato come tratto trasversale che va dalla personalità normale a quella patologica. Determinate epoche, molti comportamenti socialmente devianti, battaglie politiche e scontri culturali, come anche il dolore e la sofferenza nelle relazioni d’amore, hanno a che fare con la paranoia. Anche la violenza sulle donne e lo stigma verso le minoranze sono spesso mossi dal pensiero paranoico. Per la psicoanalisi la paranoia si manifesta con un’essenziale proiezione di parti inaccettabili del Sé sul mondo esterno e, quindi, sull’Altro. Pertanto, ancora una volta, tra le cure possibili di tale disfunzione del pensiero c’è la conoscenza di sé, come ci ha dapprima insegnato l’Apollo delfico. La conoscenza di Sé come fattore protettivo per una sana relazione con l’Altro.
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